ROMA – SNF AVVOCATURA E LIBERALIZZAZIONI, ALPA: “CHIESTO UN INCONTRO URGENTE AL PRESIDENTE MONTI E AI MINISTRI DELLA GIUSTIZIA E DELLO SVILUPPO ECONOMICO SEVERINO E PASSERA……
Il Cnf ha richiesto un incontro urgente con il governo, nelle persone del presidente del Consiglio Mario Monti, e dei ministri della giustizia e dello sviluppo economico, Paola Severino e Corrado Passera.
E’ quello che ha chiesto, nero su bianco, il presidente del Cnf Guido Alpa dopo la chiusura della Conferenza nazionale, facendosi interprete della volontà di tutta l’Avvocatura come raccolta nel documento finale. “Abbiamo chiesto una convocazione urgente per poter discutere i problemi attuali dell’Avvocatura e le modalità di collaborazione dell’Avvocatura all’amministrazione della giustizia. Gli avvocati sono preoccupati per la salvaguardia delle garanzie di difesa dei diritti dei cittadini, e vorremmo pertanto sulla base dei colloqui che si instaureranno, poter fugare le preoccupazioni da un lato e le voci dirompenti dall’altro lato”, spiega Alpa.
Domanda. Da giorni si rincorrono voci di nuovi interventi di “liberalizzazione” delle professioni e, tra di esse, dell’avvocatura, che si sommerebbero a quelli già previsti dalla manovra d’estate e della legge di stabilità, sui quali l’avvocatura ha espresso già forti critiche nel metodo e nel merito. Ieri il ministro Severino ha solo garantito che non ci sarà l’abolizione degli Ordini. Cosa ne pensa?
Risposta. Il ministro Severino è un collega stimato e ci auguriamo che si faccia carico, come ha dichiarato, delle questioni che l’avvocatura le ha posto. Tuttavia, devo rilevare che questa nuova manovra è ancora avvolta nella nebbia. Non sappiano nulla di certo e si rincorrono voci. La mia domanda è: come si può procedere a interventi sull’avvocatura senza sentire la necessità di coinvolgerla, come si dichiara di voler fare con le altre forze sociali?
Domanda. Quali sono le questioni che avete avanzato?
Risposta. La sorte della riforma forense, ferma in commissione giustizia alla camera; l’applicazione delle norme contenute nei provvedimenti di stabilizzazione; la riforma della giustizia.
Domanda. Il Cnf si è espresso in maniera molto critica sulla legge di stabilità, che ora il nuovo governo è chiamato ad attuare…
Risposta. L’aver delegificato le norme in materia di ordinamenti professionali, anche quelli che coinvolgono i diritti dei cittadini, è una palese violazione della Costituzione. Ci aspettiamo che il governo riveda questa previsione. Senza contare il merito degli interventi: vorremmo anche sapere che collegamento il governo ritiene di intravedere tra la disciplina della professione e i provvedimenti relativi alla stabilizzazione finanziaria.
Domanda. L’argomentazione più frequente è quella che meno vincoli alle professioni svilupperebbero concorrenza e quindi crescita.
Risposta. In un dossier dal Consiglio nazionale forense, abbiamo dimostrato che non vi è alcune connessione provata, stante una congerie di statistiche provenienti da diverse istituzioni, disomogenee e che mai provano il rapporto diretto tra crisi economica, crisi della giustizia e avvocatura. Non sono gli avvocati in quanto tali che governano l’economia e non sono gli avvocati che danneggiano l’economia; gli avvocati non amministrano giustizia piuttosto cooperano alla amministrazione della giustizia, come vedremo più avanti; non è l’organizzazione della professione che è fattore di crisi del sistema economico nazionale. Il mercato legale, poi, è già saturo.
Domanda. Ma si obietta che è il mercato che farà da regolatore.
Risposta. Siamo certi che un professionista sia in grado di migliorare le sue prestazioni solo stando sul mercato? E poi a chi obietta che la selezione avviene sul mercato stesso, è facile rispondere che la professione di avvocato tutela un interesse pubblico che merita garanzie certe; e certo non tollera che la selezione avvenga solo dopo aver prodotto un danno al proprio assistito/cliente.
Domanda. Cosa pensa delle società di capitali?
Risposta. L’avvocatura non è d’accordo sulla introduzione del socio di capitale per di più in potenziale posizione di maggioranza. Questa previsione cancella con un tratto di penna principi fondanti la professione, l’autonomia e la indipendenza dell’avvocato, su cui si basa la tutela effettiva dei diritti dei cittadini. Senza contare che la normativa sulle società è fumosa e piena di incognite.
Domanda. Cosa chiede l’avvocatura, dunque?
Risposta. Innanzitutto chiediamo e proponiamo. Chiediamo di essersi sentiti, innanzitutto. Chiediamo riforme concrete che non basino la loro ragion d’essere sulle sole ragioni economiche, omettendo la tutela dei diritti dei cittadini. L’avvocatura è pronta a fare la sua parte, vuole rinnovarsi e la riforma forense approvata da tutte le sue componenti ne è la prova; vuole contribuire al rilancio dell’efficienza del sistema giustizia. Abbiamo infatti avanzato al governo la proposta di impegnarci a smaltire l’arretrato. Vorremmo anche che il governo riconoscesse il nostro impegno già profuso con spirito di servizio ogni giorno per migliorare il servizio giustizia: gli avvocati svolgono funzioni suppletive come giudici onorari di tribunali, viceprocuratori onorari etc,; compiono attività di supporto, in termini di risorse umane e finanziarie, agli uffici giudiziari come la sostituzione di cancellieri in udienza, la fornitura di materiale; gli ordini forensi offrono prestazioni lavorative gratuite a favore degli uffici giudiziari.