La nuova Scuola di Formazione Forense Giorgio Ambrosoli ha ormai preso forma e consistenza e si avvia ad iniziare la sua attività istituzionale rivolta precipuamente alla formazione dei praticanti avvocati.
Il 2 maggio scorso, nella cornice di Palazzo Cuttica, ad Alessandria, con i saluti della Prof.ssa Roberta Lombardi, direttrice della Scuola, la prolusione inaugurale del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Alessandria, e presidente della Scuola, Avv. Piero Monti, la vivace lezione sulle professioni forensi nella storia di Alessandria tenuta dal prof. Francesco Aimerito, membro del Comitato scientifico della stessa Scuola, e la consegna del materiale di supporto didattico ai neo-iscritti (ben, ad oggi, 32 ragazzi), è cominciato il primo modulo di lezioni del ciclo di formazione denominato significativamente Ginnasio forense, nel rimando ad un’azione che oltre che formativa, in preparazione dei giovani laureati in giurisprudenza all’esame di Stato, vuole essere anche educativa ai valori civici della professione legale.
La Scuola Forense Ambrosoli, nata nel 2009 per iniziativa degli Ordini forensi di Casale Monferrato, Acqui Terme, Tortona e, soprattutto, dell’Ordine degli Avvocati di Alessandria e del suo presidente per oltre venti anni, l’ Avv. Gherardo Caraccio (il quale è tuttora presidente emerito della Scuola) vuole continuare ad essere, ha rimarcato la Prof.ssa Lombardi, un vero e proprio laboratorio di coltura dei diritti, nella consapevolezza che all’insegnamento debba accompagnarsi una formazione a tutto tondo del giovane avvocato, da cui la costante sinergia tra l’università ed il mondo delle professionali legali come via migliore per raggiungere l’uno e l’altro fine. La Scuola forense, quindi, intesa come palestra di vita volta a garantire, attraverso la formazione continua di docenti e discenti, i più alti livelli di qualità ed etica professionale, sarà sempre più propositiva nel promuovere momenti di valorizzazione della dimensione pubblica della professione legale, stimolando, nei giovani laureati che si iscriveranno ai suoi corsi, grazie alla trasversalità dei propri contenuti didattici, modalità di apprendimento che sappiano sviluppare capacità auto-formative, e diffondendo nelle cittadinanze quei valori della professione forense troppo spesso contestati se non addirittura ignorati.
Il battesimo ufficiale, se così si può dire, della nuova Scuola Forense Ambrosoli, partecipata dagli Ordini degli Avvocati di Alessandria, di Vercelli e di Novara, e dall’università del Piemonte Orientale, si è avuto nel precedente incontro tenutosi a Villa Badia il 1 aprile scorso, alla presenza, oltre che dell’Avv. Monti e della Prof.ssa Roberta Lombardi, anche dei vertici dell’Università del Piemonte Orientale, con il rettore Prof. Cesare Emanuel ed il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Scienze politiche, economiche e sociali Prof. Salvatore Rizzello, ed alla presenza dei vertici dell’Avvocatura nazionale, con il presidente del Consiglio nazionale forense Avv. Andrea Mascherin, l’avv. Enrico Merli, componente del CNF, ed il vice presidente della Scuola Superiore dell’Avvocatura Avv. Salvatore Sica; il tutto con l’intervento conclusivo del prof. Renato Balduzzi, componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura.
Il presidente del Consiglio Nazionale Forense ha ricordato come l’avvocato sia e debba essere un architetto delle democrazie e delle civiltà, con il dovere di combattere oggi più che mai contro la visione mercatista ed economicista della società che sta prendendo sempre più spazio nelle attuali scelte politiche e che, attaccando l’avvocatura e la sua dipendenza, anche economica, rischia di indebolire irreparabilmente l’intero sistema della giurisdizione. Ed, invece, è proprio la centralità della giurisdizione che, secondo l’avv. Mascherin e l’avv. Monti, andrebbe recuperata, o, almeno, ha insistito l’Avv. Monti, l’Avvocatura dovrebbe coraggiosamente guidare i plurimi meccanismi di degiurisdizionalizzazione del contenzioso recentemente introdotti, perché solo così si tutela massimamente il diritto ad avere diritti e si combatte l’idea perniciosa che le regole siano ostacolo, invece che aiuto, all’amministrazione della giustizia. Sulla stessa linea è stato anche l’avv. Sica, il quale ha rilanciato appunto il ruolo delle Scuole forensi territoriali nella costruzione dello Stato di diritto del futuro, senza ambiguità e comode aperture che rischiano solo di portare allo scadimento della figura del giurista, impoverendolo di idee e di contenuti che invece devono essere massimamente valorizzati e messi in circolo.
Ecco perché la Scuola forense Ambrosoli, anche sul piano logistico, cessa di essere statica, ma porterà (ed anzi lo sta già facendo) gli incontri formativi e quelli di più ampio approfondimento culturale in tutte e tre le sedi che ne fanno parte, quindi oltre che ad Alessandria anche a Vercelli e Novara, il tutto con la collaborazione dell’Università del Piemonte Orientale, che tripolare è nata e che come tale continua ad offrire la migliore opportunità,unica nel suo genere in Italia, di un lavoro realmente sinergico e coordinato, in dialogo continuo con i territori. Il territorio piemontese, d’altronde, è inserito nel contesto nazionale italiano e questo, a sua volta, nel contesto europeo, ed ecco quindi l’importanza, sottolineata dal prof. Renato Balduzzi, che l’avvocato riscopra il suo ruolo pubblico anche come ordine professionale e promuova, a tutti i livelli, una cultura dei diritti che per fondare autenticamente la cultura della giurisdizione sappia andare di pari passo con una cultura dei doveri, con le Scuole forensi come insostituibili interpreti e strumenti di mediazione tra la realtà del caso concreto e la norma che non vive di vita propria ma che al caso concreto deve riportarsi a significarne la perdurante vigenza.
L’auspicio del presidente della Scuola, e dei membri tutti, è che, in nome dell’impegno formativo, essa possa essere anche luogo di dialogo tra le diverse componenti del mondo del diritto, avvocati e magistrati per primi (ed infatti all’evento del 1 aprile scorso erano presenti in sala anche molti magistrati del Tribunale di Alessandria, tra gli altri il suo presidente, il presidente della sezione civile, il procuratore capo), perché solo (ri-) pensando insieme il diritto – parafrasando il nome del portale dei giuristi cattolici italiani – lo stesso potrà continuare ad essere autentico strumento di regolazione del vivere civile e di risoluzione delle controversie, scongiurando il rischio, oggi più concreto di un tempo, di conflitti sociali laceranti e di vuote recriminazioni fini a se stesse, quando invece la sfida è quella di saper guardare tutti – ed i giovani soprattutto – nell’unica direzione di un diritto certo equo e veritiero nei suoi principi ispiratori e nei suoi criteri di normazione ed applicazione, grazie ad una formazione che plasmi professionisti che sappiano essere garanti e non serventi e che nobiliti la pratica legale secondo parametri di scientificità e massima competenza.
Avv. Andrea Caraccio
(membro del Comitato scientifico della Scuola di Formazione Forense Giorgio Ambrosoli)
Articolo pubblicato su “La Voce Alessandrina”