BARI – CNF – DISCORSO DI ALPA SUL RUOLO TRAINANTE DELL’AVVOCATURA PER GARANTIRE LA DEMOCRAZIA SOLIDALE NONOSTANTE LA CRISI ECONOMICA.
Autorità,
caro Presidente ,
care Colleghe e cari Colleghi,
il XXXI Congresso nazionale forense si celebra in questa città a distanza di quasi mezzo secolo dal precedente (VII Congresso nazionale giuridico forense, 29 settembre -4 ottobre 1963) : un arco lunghissimo di tempo, se consideriamo tutti gli eventi politici economici e sociali che si racchiudono in esso, e la distanza da quell’evento ci sembra ancor più lontana se compariamo le condizioni in cui si trovavano allora l’ Avvocatura e la società civile rispetto a quelle odierne. Non possiamo dire che il tempo sia trascorso inutilmente se guardiamo ai progressi della scienza e della medicina, ma il mondo di allora, costruito sul boom economico , sui progetti di conquista dei mercati, sulle speranze e sui valori della Costituzione repubblicana , e sulle aspettative nutrite dal Trattato C.E.E. da poco siglato ci sembra più stabile e felice. Il Trattato apriva all’ Avvocatura italiana i confini dell’ Europa. Di qui l’attenzione riservata dal Congresso per il diritto comunitario delle professioni, la discussione sulle quattro libertà previste dal Trattato, il dibattito su eguaglianza e discriminazioni nell’esercizio della professione, e sulla deontologia forense nei sei Paesi fondatori, e poi, come era tradizione dei congressi “giuridico-forensi”, aveva fatto seguito la trattazione dei temi inerenti il diritto sostanziale e processuale ( il settore civile, il settore penale, il settore tributario ) oltre al settore della previdenza. Aleggiava ancora il progetto di riforma della professione forense che si era esaminato a Genova, al Congresso celebrato due anni prima.
Gli ideali dell’Avvocatura sorreggevano questo impianto solido e costruttivo: le parole alate di Vittorio Malcangi , l’avvocato di Trani allora Presidente del Consiglio nazionale forense, poste in epigrafe a queste pagine di apertura del Congresso mi sembrano le più adatte a rappresentare l’immagine, il ruolo, le condizioni dell’ Avvocatura di allora. Le condizioni di instabilità non riguardavano l’economia, ma la politica: era in carica il Governo di Giovanni Leone, che per la sua effimera durata sarebbe stato denominato “governo balneare”. Il momento era cruciale, perché quel Governo serviva da ponte per la svolta dai governi di centrodestra ai governi di centrosinistra, svolta così temuta che alcune forze politiche , forse sostenute da governi stranieri, avevano accennato al tentativo di un golpe. La svolta si fece e fu salutare per il Paese, con il primo Governo Moro, il grande statista che ci ha dato questa Regione: una figura straordinaria , che anni dopo pagò con una tragica fine il prezzo della dirittura morale e della coerenza politica.
Per continuare a leggere la relazione del Presidente Alpa al XXXI Congresso Nazionale Forense si veda il sito del CNF